Ti racconterò, figlia mia, una storia, una storia che sa di favola.

Una storia che parla di una donna, una come tante. Lia, si chiama come te.

Una donna né particolarmente alta, né particolarmente bassa, né particolarmente magra, né particolarmente grassa.

Una donna normale, niente di speciale….

E potremmo andare avanti così all`infinito, con queste rime da filastrocca..dopotutto è una storia che sa di favola!..

Ridi,lo so già quanto ti piacciono le storie.

Allora, questa donna normale,Lia, si chiama come te, ha una particolare caratteristica :

É una donna guerrierra.   Guerriera, si, ma  per amore.

 E comincia molto lontano, la sua “guerrieraggine”. Avrà avuto 13 o 14 anni.

Mamma e papà sono ormai un ricordo, i lunghi capelli raccolti in una grossa treccia pure . Chi ha tempo e voglia di pettinarglieli, così lunghi e spessi!

Ma chi le ha dato una casa c’è, e cibo e vestiti non le mancano di certo.

Oggi è la notte della Befana, e domani ,sul comodino di molti bimbi, ci saranno dei regali.

Sul suo no, lei lo sa già.

Cibo e vestiti non le mancano,certo, ma non si può pretendere troppo.

Non si può pretendere troppo da chi deve mantenerti.

Il che però non include certo pettinare capelli per ore o comprare inutili giocattoli!

Lei lo sa, e sola lì nel buio, guarda il comodino vuoto, disadorno come i suoi capelli, e un lacrimone le spunta inavvertitamente.

Ma subito si riprende.

Si alza , impacchetta con della carta da giornale  2 vecchie bambole , e le posa sul comodino.

Si rimette a letto e nel dormiveglia pensa : “Tutto cio` che devo fare, è chiudere gli occhi, e quando mi sveglierò, anche io avro` i regali dalla Befana!

La mattina dopo si sveglia, apre gli occhi ed ecco….i regali della Befana sono sul comodino! Li apre e gioisce come se non ne sapesse il contenuto, come se quelle due vecchie bambole fosse nuove di zecca e mai viste prima.

La bambina , guerriera in erba, ha affrontato la sua prima battaglia.

Ha lottato e ha vinto.

Quella notte e la luce della luna, segneranno il suo destino.

La bambina cresce, e diventa una ragazza.

La ragazza è moderna: porta i jeans, checchè ne pensi il Cardinale che la guarda con gli occhi di drago dall’altare in chiesa e le intima puntandole un dito contro “Esci subito da questo luogo sacro! ”

Ha un gruppo di amiche e amici, maschi e femmine.

Bella novità, mi dirai tu. Eh, ma il mondo negli anni 60 non è di tutti, nè tantomeno delle donne.

Ma lei non se ne cura, con il gruppo, sempre lo stesso, gira in macchina ,balla l‘hully gully, insomma si diverte.

E scavalcare balconi, svignarsela mentre gli altri dormono,o svicolare ridendo alla vista di qualche fratello arrabbiato….è parte del divertimento.

La ragazza è moderna e anche un po` ribelle.

Per forza di cose (beggars can’t be choosers) frequenta l‘ istituto delle suore…una noia!

E allora per movimentare un pò l`ambiente si mette d’accordo con le sue amiche…perchè non portare le educande a convitto, quelle interne, quelle caste e pure, a fare delle visite guidate….alla toilette?

Zitta zitta, lei e le sue amiche, Gianburrasca in carne ed ossa, le portano ad una ad una nel bagno.

Le suore non si capacitano. Cosa faranno le interne nella toilette, a turno,in gruppi di 3? Zitte, zitte, dietro dietro alla bruna piccolina, la bionda alta e quella con la passione per I cappellini?

Semplice…ammirano a turno…come si usa lo sciacquone!

ANATEMA!!!

E giù, per punizione, inginocchiata sui ceci per un pò, così magari ti passa la voglia di far la ribelle!

Inutile dirlo , quella voglia non le passerà mai.